Fra squali e coralli

Titolo: Fra Squali e Coralli Avventure nel Mar Caraibico, [Titolo originale] Unter koralien und haien

Autore: Hans Hass

Editore: Mediterranee, Roma

Anno di Pubblicazione: 1944, 1949², 1953³

Genere: Avventura, Caccia Subacquea

Collana:

Note: Questa è l’immagine della copertina dell’edizione del 1949

*Questo libro nella seconda edizione del 1949 é presente nella Libreria di Morgan

Dalla seconda di copertina :

La vicenda, unica nel suo genere, viene narrata a forti tinte con una varia ed interessante documentazione fotografica, dal protagonista Hans Hass, studente viennese, il quale con l’aiuto di due suoi compagni va nel Mar Caraibico per avventurarsi nella caccia sottomarina, studiare la vita delle innumerevoli varietà di pesci, sorprenderli con l’arpione, catturarli, prenderne la fotografia e anche cinematografarli. Egli non svolge la sua opera munito di scafandro o di speciali dispositivi, ma da provetto nuotatore, armato soltanto di pinne artificiali ai piedi, di occhiali subacquei, di arpione e di macchina da presa, si avvicina indisturbato ai suoi obiettivi e gli riescono delle fotografie subacquee che prima di lui nessuno aveva ottenuto. Appassionanti sono le avventure con i vari mostri marini, ricca è la preda, eccezionali i film di animali e piante. I segreti, la vita, le forme di tutto lo sconfinato, meraviglioso, multiforme mondo degli abissi marini, vengono messi a nudo nella narrazione di questi audaci violatori del liquido elemento, inquadrato nell’incanto di quelle terre feraci. Un libro non solo pieno di fascino e di emozioni, ma ricco di avventure e di esperienze interessanti, realmente vissute, che lo rendono soprattutto istruttivo e pregevole.

L’idea della caccia subacquea,

      e da essa, le innumerevoli ore felici

                                                trascorse nel magico seno

  delle profondità marine, le devo a

                        GUY GILPATRIC

            A lui dedico questo libro

      

Una citazione da “La Cernia striata non si lascia Fotografare”:

“....La cernia alla quale mi avvicinavo apparteneva ad una specie capace di cambiar tinta in modo sorprendente. A volte esse sono grigio-chiare, da sembrare quasi bianche, poi diventando improvvisamente tutte nere. Il loro colore normale però dà sul marrone con punti bianchi e delle sottili strisce scure. Anche il mio pesce cambiò colore appena vide, però si doveva trovar così bene in quel suo cantuccio, che non seppe staccarsene abbastanza in fretta, e questo gli fu fatale. Un colpo vigoroso e già lo tiravo in superficie, che si dibatteva disperatamente. Lassù finii d’ucciderlo, lo liberai dalla punta dell’arpione e lo misi nel sacchetto di rete che portavo appeso alla cintura. Appena cinque minuti dopo ne avevo preso un secondo quasi della stessa grossezza, e stavo appunto riflettendo se i due sarebbero bastati per la nostra cena, quando scorsi sotto di me un pagro di enormi dimensioni. Si avvicinava lento attraverso i coralli, con lo sguardo fisso verso di me; gli nuotai incontro, pur non essendo ancora risoluto a tentare un combattimento con un avversario così temibile. In fin dei conti ero solo, senza nessuno che potesse aiutarmi, ed esso sott’acqua era senza dubbio molto più forte di me. Per di più avevo la macchina ed il sacchetto dei pesci uccisi, che mi impedivano di nuotare liberamente. Indeciso, avanzai cautamente lungo la scogliera sino al punto n cui si trovava il pagro, ma questi, colto da subitaneo terrore, si diede di colpo a precipitosa fuga, facendo comparire all’improvviso davanti a me l’orribile testa di un essere sinistro. Bisogna farsi un’idea esatta della situazione nella quale mi trovavo. Il sole, già basso sul mare, mandava i suoi raggi obliquamente sulla vasta distesa azzurra. Il banco di corallo si delineava quindi con le sue forme bizzarre quasi in controluce, come la siluetta di un fantastico, confuso paesaggio irreale; tutto attorno rocce irte e frastagliate, sulle quali oscillavano e si piegavano lunghe, flessibili braccia coralline, ed in questo giardino fatato sbucò improvvisamente fuori da una caverna il grosso collo di uno spaventoso e guizzante serpente. Appena mi si presentò questo quadro, fui colto da un’irragionevole, cieca passione della caccia, e dominato da una volontà estranea alla mia, nuotai senza esitare un attimo verso il mostro, che con la bocca spalancata rivolta al cielo, mi stava attendendo in atto di sfida. Non riflettei nemmeno per un momento che quell’enorme serpente, in cui riconobbi subito una murena, era il più pericoloso animale marino esistente ai tropici, aggressivo e vorace.”


Un immagine del volume aperto su una delle pagine (l’immagine è attiva).



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                                       1944  1^ edizione ??                                                      1953 3^ edizione

  Altre due immagini diverse della copertine del libro da me posseduto, trovate in rete.


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