A faccia a faccia con gli squali

Titolo: A faccia a faccia con gli squali, [Titolo originale] Face aux requins de la mer Rouge

Autore: Gilbert Doukan
Editore: Longanesi & C., Milano
Anno di Pubblicazione: 1957
Genere: Racconti, Caccia Subacquea
Collana: Il cammeo N° 104
Note: revisione scientifica di Francesco Baschieri

*Questo libro é presente nella Libreria di Morgan*

Dalla seconda di copertina:
Fucili a molla, arnesi straordinari che non perdonano, ingombrano oggi le vetrine dei negozi di articoli sportivi. Essi ci insegnano come esistano, sotto la superficie di quella tranquillissima, invitante, familiare acqua che ognuno di noi raggiunge nei periodi consentiti dalla dura vita sedentaria, lotte immani e mortali. Anche l’autore ci assicura che all’ombra dei salvagenti dei nostri bambini, giù nel fondo, sta in agguato l’insidia: da ciò la necessità della caccia subacquea. Ma chi l’ha praticata soltanto una volta, scoprendo attraverso la maschera, da grandi profondità, quel mondo fantastico e irto di rischi, non avrà requie sinché non incontrerà a faccia a faccia il grande nemico del cacciatore subacqueo.

Una citazione dal Capitolo XII “Cacciatori cacciati”:
“....Mi arresto di fronte a due paia di gambe semisommerse. Dalla vita in su non ne vedo i proprietario, lo posso identificare soltanto dal colore delle pinne: sono Alec e Filippo che, terminata la caccia, appoggiati a una roccia, si raccontano le loro avventure. Posso scorgere, col capo ancora nell’acqua, le vittime ammucchiate, secondo l’uso dei cacciatori locali, nei buchi dei coralli. Riconosco tre sparidi due serranidi, un lugiano, due carangidi due variole e due pesci di cui appare solo la coda e perciò non riesco a riconoscerli. Mi riferiranno più tardi il dialogo che si sta svolgendo al di sopra dell’acqua.

«Che cosa hai preso tu?»

«Sette pesci fra cui una bella cernia, e tu?»

«Cinque soltanto, ma oggi ho mancato tutto.»

Durante questo scambio di idee all’aria aperta, ho assistito nell’acqua a uno spettacolo comicissimo. Da un profondo buco che si apre nel centro di un delizioso merletto giallo pallido, sorge la testa di una murena. Oscilla dolcemente con la parte del corpo. Senza fretta, annusa il bottino dei miei amici, nella dispensa provvisoria. sembra una massaia ordinata, che fa la sua scelta al mercato, e si sofferma per riflettere con cura. Afferra con i suoi denti ricurvi un bel garange e lo trascina bruscamente nel suo tunnel. Un minuto dopo eccola ancora, soddisfatta del suo rifornimento a domicilio, e desiderosa di assicurarsi una riserva per la settimana: questa è la volta di una variola dalle forme carnose, che scompare nel buco di corallo. Lassù i cacciatori sono giunti agli eterni confronti.

«Fa’ un po’ vedere!»

Ognuno vuol radunare le vittime ed enumerare le vittorie.

«Ma guarda, ce ne sono soltanto sei !»

«E io ne ho quattro! »

Rido gorgogliando nel tubo. Torno alla superficie e mostro ai miei amici l’orifizio in cui si nasconde la ladra. Capiscono in un attimo la situazione e ci appostiamo tutti e tre lasciando l’esca di uno sparide appetitoso. Cinque minuti d’attesa sono sufficienti: il mio scatto fotografico e le due frecce che entreranno in azione nello stesso istante. La murena si contorce e poi giace. È una delle più belle che abbia mai incontrato: misura due metri di lunghezza.”


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